Storia della gioielleria

Passione per la bellezza, creazioni uniche: scopri la nostra storia dietro ogni gioiello

Il Gioiello, da idea ad opera d’arte

I primi gioielli della storia risalgono ad un periodo noto come Paleolitico superiore – circa tra i 40.000 e i 10.000 anni avanti Cristo – e consistevano essenzialmente in collane e bracciali molto primitivi realizzati con denti, corna, zanne di animali che venivano lavorati grazie frammenti di selce o ossidiana. Il “professionista” che si occupava di creare questi monili era generalmente un intagliatore di pietra. L’oro fece la sua comparsa “solamente” seimila anni fa, e da allora nulla fu più lo stesso.

La sua diffusione, infatti, unita al miglioramento delle tecniche di lavorazione, contribuì ad elevare la qualità dei preziosi. In Oriente, così come nell’antico Egitto, venivano composti i primi gioielli utilizzando anche l’incastonatura di pietre preziose, le prime tracce risalgono già alla prima metà del III millennio avanti Cristo. L’Egitto in questo periodo è l’autentico centro del mondo. Estetica, tecnica e creatività si fondono in modelli che conquistano il gusto dei regnanti, sino a diventarne sinonimo e segno distintivo. La tomba di Tutankhamon è solo una testimonianza – la più celebre – del livello di lavorazione raggiunto in quel periodo.

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Gli egizi rimarranno per secoli un assoluto punto di riferimento per l’arte orafa e della gioielleria, dando inizio alla produzione di monili e anelli incastonati di preziosi che esportarono per lunghissimo tempo in tutto il mondo romano.

Nella Grecia antica, invece, i preziosi erano caratterizzati da una prevalente essenzialità. 

Linee sobrie e semplici accompagnavano gioielli come quelli apparsi ad Atene in quel periodo: diademi nastriformi a sottile lamina d’oro, anelli con gemme incastonateorecchini a disco con lavorazione a filigrana o a granulazione. 

Nel periodo ellenistico si assiste invece ad uno sviluppo del gusto in chiave via via sempre più barocca, con profili estetici di sempre maggiore opulenza.  

 

Sia in epoca medievale che rinascimentale i gioielli diventano il simbolo dell’importanza e dell’autorevolezza di principi, signori ed alti prelati, corrispondendo ad uno sviluppo costante della maestria orafa e a quello di vere e proprie scuole, come quella francese e quella italiana, che raggiunsero apici di raffinatezza assolutamente inediti già in epoca prerinascimentale.

Anche in epoca moderna i gioielli, in particolar modo quelli che prevedono al loro interno l’incastonatura di pietre preziose, assurgono al compito di supremo distintivo di nobiltà ed importanza, divenendo ormai parte inscindibile dei reali di tutto il mondo, così come delle personalità più eminenti di ogni epoca.

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Che cos’è l’incastonatura Come nasce un gioiello?

In gioielleria e bigiotteria, l’incastonatore, ovvero sia l’artigiano specializzato, ha il compito di fissare i diamanti e le altre pietre preziose su gioielli come ad esempio anelli, ciondoli e altri monili. Pone in essere ciò che viene definita l’incassatura o incastonatura.
Tuttavia, una nobile arte così secolarizzata ha inevitabilmente generato al suo interno una grande ed interessante varietà di tecniche differenti.

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Ecco alcune delle modalità di incastonatura più celebri ed apprezzate:   

 

  • Incastonatura a griffe: La pietra viene inserita tra fili metallici disposti a V – griffe o griffes, dal francese appunto – precedentemente saldati sulla lastra metallica e a due cerchi metallici concentrici, uno più grande ed uno più piccolo, perché vadano così a formare une specie di cestino. Successivamente le estremità dei fili metallici sono battute al fine di assicurare la pietra al gioiello. Per coronare degnamente il lavoro, le sporgenze vengono levigate al fine di schiudere la migliore e più elegante lucentezza. Generalmente le griffe impiegate nel fissaggio di una pietra sono 4 ma possono essere 3 per le pietre più piccole o tra 6 e 8 per quelle più grandi. Questo metodo è ampiamente impiegato nella creazione di anelli di fidanzamento e solitari.
  • Incastonatura a Castone Ribattuto: Si fa passare una striscia di metallo – generalmente oro – attorno alla pietra, una volta ben assestata quest’ultima all’interno del suo castone, il bordo del metallo viene ripiegato, attraverso l’ausilio dell’apposito martelletto, sulla totalità del perimetro della medesima al fine di fissarla saldamente. Questo metodo rappresenta una delle incastonature più antiche, sicure ed ampiamente usate nel mondo.
  • Incastonatura a grani: La lastra metallica viene lavorata, andando a creare la sede dove dovrà risiedere la pietra. Utilizzando il bulino – un sottile scalpello che viene impiegato in operazioni particolarmente precise e delicate – dal taglio sono ottenute piccole pozioni metalliche, i grani appunto, che una volta lavorate avranno lo scopo di fissare la pietra e che successivamente verranno levigati. Con il medesimo sistema, la progressiva incastonatura di più pietre andrà a formare un pavé.
  • Incastonatura a punte: consiste nella foratura di una lastra metallica -generalmente in oro – con l’aggiunta di fili metallici lavorati più spessi delle griffe cui si è fatto cenno in precedenza, che serviranno appunto a fissare le pietre. Questo metodo è impiegato nella creazione di pavé importanti. Ogni pietra sarà fissata da 3 e fino ad un massimo di 5 fili metallici.
  • Incastonatura a binari: Più pietre – siano esse di taglio brillante, quadrato o baguette – vengono inserite in un binario di metallo senza alcun tipo di separazione tra di esse (fissate infine con l’utilizzo del martelletto). Le pietre risulteranno quindi visibili ma prive di alcun tipo di sporgenza.
  • Incastonatura finta: L’aspetto delle gemme viene letteralmente simulato con l’utilizzo del metallo. Caratteristico generalmente su gioielli in oro bianco, abilmente inciso e successivamente sottoposto ad un processo di rodiatura, ovverosia quel trattamento galvanico che permette all’oro bianco di acquistare un colore più bianco e lucente.
  • Incastonatura invisibile: Questa particolare tecnica mira a rendere totalmente invisibile il metallo che fissa le gemme ed è solitamente impiegata in presenza di zaffiri e rubini dal taglio quadrato. Ideata da Van Cleef e Arpels, questa tecnica è generalmente impiegata negli anelli e prevede l’utilizzo di gemme appositamente scanalate per ogni singola creazione. La metodologia di incastonatura è la medesima di quella a binari con la sola differenza che le gemme andranno a risultare esterne al disegno dei binari creando un elegante e raffinato effetto mosaico.